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I nostri racconti

Il viaggio su Marte
Sto viaggiando a bordo di un'astronave. Tra poco atterrerò sul pianeta Marte!



Wow non ci posso credere il mio sogno si è avverato! 
È la cosa che vorrebbe ogni astronauta… ma, che sbadata non mi sono ancora presentata, io sono Alice Bergman ,come vi dicevo sono a bordo di un’astronave diretta su Marte e qui con me c’è la mia gemellina Mary Jane e una parte del corpo astronauti con il quale cercheremo delle forme di vita per vedere se Marte potrà essere accogliente un domani per l’umanità.
‘‘A tutti gli astronauti , recarsi immediatamente  ai posti di atterraggio, ripeto, recarsi immediatamente  ai posti di atterraggio, lo sgancio avverrà tra TRE minuti.’’ Sì, finalmente. ‘‘Ehi John, hai visto Buzz?’’  ‘‘Sì, è già ai posti di sgancio e, se non venite, resterete qui mentre noi saremo a terra se si può definire così!’’ Ci disse Buzz che, insieme a noi, si diresse verso il modulo di atterraggio. Ad aspettarci c’erano tutti gli altri che mostravano il mio stesso entusiasmo, Charles Conrad era al settimo cielo, Buzz Aldrin non stava più nella pelle e continuava a cantare canzoni imbarazzanti. Secondo me era ancora ubriaco per dalla sera prima: lui e John si erano scolati quattro bottiglie di vino.  Ma, andiamo avanti. La voce squillante dell’autoparlante cominciò a fare il conto alla rovescia di un minuto: ‘‘Manca un minuto all’atterraggio, 59,58,57…’’ ci sedemmo tutti e ci fu totale silenzio ‘‘tre due uno viaaaaaaa!!!’’ Dalla nostra bocca uscì un urlo che ci accompagnò fino a che la navicella non toccò la superficie di Marte. Ci dirigemmo verso l’armadio che conteneva le tute e le bombole d’ossigeno. All’improvviso una chiamata che proveniva dall’ astronave ci fece sobbalzare e ammassare davanti al computer di bordo. La voce del CAPO spedizione annunciò: ‘ ‘ Salve ragazzi , i primi che scenderanno sono: Buzz, John e Charles , seguiti da Alice , Mary Jane, William , Simon e Margaret . Buona fortuna e ricordatevi le bombole!!!! ’ ’. ‘‘ Quanto mi sta antipatico quell’uomo!’’ disse Margaret. ‘‘Perché?’’ gli chiesi ‘‘Così’’. Dopo i vari preparativi uscimmo e ci trovammo sommersi da… sabbia rossiccia. ‘‘Ok,Buzz e John andate da quella parte, Charles e Margaret da quella, William e Simon di là e noi da questa’’ disse Mary indicando varie direzioni. ‘‘Ci rivedremo qui tra tre ore" concluse infine. Ci dirigemmo a passo svelto facendo dei solchi nel terreno per riconoscere i punti già perlustrati. Dopo mezzora di cammino usammo uno strumento che ci permetteva di capire se c’era acqua nel terreno ma ci fu un risultato negativo. Abbattute, continuammo a misurare la temperatura e la quantità di ossigeno e altre molecole presenti nelle rocce. ‘‘Sono sicura che non troveremo niente!’’ ‘‘E dai! Da quando sei diventata così pessimista! Stare vicino a Margaret per così tanto tempo ti ha frullato la testa?’’ ‘‘No! Sto solo dicendo la verità’’ ‘‘Dai fidati troveremo qualcosa ne sono certa,in fondo stiamo camminando solo da un’ora e mezza!’’ ‘‘ Se lo dici tu’’.
All’improvviso inciampai su qualcosa e caddi con la faccia a terra ‘‘Ah,ah,ah!’’ ‘‘smettila di ridere e tirami su!!!’’ mi porse la mano e guardò immobilizzata la terra sulla quale ero inciampata ‘‘Guarda!’’ e mi indicò un osso che usciva dal terreno ‘‘Oh cavolo e un osso UMANO!!!!!’’ ‘‘sai che cosa significa tutto questo?’’ Mi chiese. ‘‘si, qualcuno è stato qui prima di noi, quindi non siamo i primi a sbarcare su Marte? Voglio vedere cosa c’è sotto, chiama gli altri con il sonar , falli venire qui e poi dammi una mano a scavare!’’ ‘‘ Ok fatto! Tra poco saranno qui!’’ Dopo poco più di mezzora arrivarono William e Charles seguiti dagli altri tutti preoccupati. Dopo averli mostrato cosa avevamo trovato ci aiutarono e quando passarono più di cinque ore ovviamente piene di cambi per il riposo e portammo alla luce una navicella spaziale distrutta probabilmente per il brusco atterraggio e sei corpi umani ormai decomposti. Tornammo  alla navicella con il pesante carico e andammo sull’astronave. Ad accoglierci c’era il capo spedizione. Consegnammo i ritrovamenti agli scienziati per cercare di capire da che paese venivano. “Secondo voi di che nazione saranno?” chiese Margaret tutta eccitata dalla nuova scoperta “ non lo so, non siamo state molto a guardare i reperti.”gli rispose Mary Jane “un momento vi ricordate che quattro anni fa i cinesi dovevano andare su Marte ma che poi il viaggio fu cancellato per motivi economici ma era una bugia, magari potrebbero aver fatto la cosa in segreto per poi tenersi tutte le scoperte per loro?”osservai “si potrebbe essere un ipotesi o forse la ragione è che avevano trovato del silicio puro nel terreno e che non volevano farlo utilizzare agli altri e mentre tutto il mondo combatte per estrarlo loro lo prendono da Marte diventando molto potenti perché il silicio lo avranno solo loro e quindi tutto lo comprerà esclusivamente da loro.” “Giusto, bravo Simon, non sei un detective ma con i misteri te la cavi bene!”. “l'unica cosa da fare adesso è tornarci e prelevare dei campioni di rocce intanto che aspettiamo le analisi.” 
tornati nel luogo di ritrovamento prelevammo ognuno dei campioni.tornammo alla base esausti consegnammo le rocce agli scienziati con le nostre supposizioniWilliam “” Buon giorno ragazzi!!! Da oggi dovrete cercare di vedere se le temperature etc restano uguali  se non cambiano tra un mese tornerete a casa se no poi vedremo, quindi godetevi l'ultimo mese ah ah ah ah!!! Buona giornata!!”” “avevi ragione Jane è davvero odioso” “che ti avevo detto!” “dai ragazzi, mettiamoci al lavoro!”disse con tono di sfida Buzz.Passò un mese e non cambiò niente e  ci preparammo per tornare a casa. “Addio MARTE”  gridammo tutti in coro quando ci trovammo sull' astronave che ci doveva portare a casa.E ora eccoci qui io e mia sorella stravaccate sul divano di casa nostra a leggere il giornale e ad ascoltare la musica “Ehi guarda qua” mi disse Jane mostrandomi un articolo del giornale che diceva:
NUOVO CASO RISOLTO: I CINESI, I PRIMI A SBARCARE SU MARTE
 “WOW siamo finite sul giornale!” E così si concluse la nostra avventura.
Giulia Castagnola

A volte con la fantasia mi capita di guardare lontano
Fantasia? Io rispondo che è favolosa, meravigliosa, qualcosa di soprannaturale.
Alcune persone pensano che fantasticare sia da bambini oppure direttamente da sciocchi e, secondo me, dicono così solo perché non sanno farlo o non hanno il tempo di farlo.
Molte volte la fantasia mi ha permesso di fare bellissimi sogni e mi accontento sempre anche se so che sono irrealizzabili.
A volte non ho nulla da fare e magari mi annoio allora mi metto sdraiata sul divano o sul letto, chiudo gli occhi e apro la mente, anzi, la spalanco!
Una volta ho fatto un vero e proprio viaggio attraverso la fantasia che mi è piaciuto molto. Mi spiego meglio. Per giorni la mia fantasia ed io abbiamo mandato avanti un “gioco”, ho creato un mondo parallelo completamente diverso dal nostro. Perché? Perchè non c’erano ladri, cattive persone, non si moriva e, soprattutto, non c’erano soldi, al loro posto c’eranolimoni.
Le case erano speciali perché apparivano proprio come le avevi immaginate. Ogni sera prima di addormentarmi pensavo al nuovo mondo chiamato “Semplice” e lo animavo: facevo mangiare le persone, le facevo giocare se erano bambini e poi…Tutti a nanna!!
Quel sogno era bellissimo fino a quando non accadde qualcosa alla mia fantasia: non riuscivo più a immaginare fatti e situazioni e il mio mondo pian piano sparì. Ero triste e non mi davo pace finché un giorno mi capitò di scrivere qualcosa al computer. Tutto ripartì, come nulla fosse accaduto e capii che la mia fantasia aveva bisogno della scrittura. Ho ripreso a sognare attraverso la scrittura.
Da quel giorno non ho più smesso di scrivere storie. Peccato solo che la mia fantasia quando devo comporre dei temi mi lascia sola…
Camilla Grillo






Parla l’ombrellone di una spiaggia affollata..
Se c’è una stagione che proprio non sopporto è l’inverno. Sono obbligato a starmene chiuso in cantina ad aspettare quasi un anno prima di essere ritirato fuori e messo sotto il sole. Sì, sono proprio io, un ombrellone, anzi l’ombrellone di una famiglia come tante altre che frequenta  una spiaggia molto affollata. Sono pieno di polvere e, se potessi parlare, reclamerei un bel lavaggio: anche noi ne abbiamo diritto; invece la maggior parte delle persone ci tira fuori quando inizia l’estate, ma poi non si fa scrupoli a rinchiuderci in una cantina senza neanche averci passato sotto l’acqua per togliere tutto il calore che abbiamo dovuto sopportare per più di due mesi.
Dove eravamo arrivati?? Ah sì, oggi devo andare al mare, ci sono trentacinque gradi e la spiaggia, visto che è agosto, sarà affollatissima. Padroni egoisti!! Fanno prendere il sole a me al posto loro!!!
Mi caricano in macchina, e mentre loro stanno comodi, io sto tutto stretto. Come li invidio!
Quanto mi è mancato il dolce calore del sole, la ruvida spiaggia dove poggia la mia unica gamba, se così si può chiamare, le urla dei bambini che giocano con l’acqua e i discorsi strani delle famiglie vicine. Eccomi di nuovo qui, in tutto il mio splendore, arancione a cerchi bianchi. Di tanto in tanto i bambini mi tirano tante di quelle pallonate che se mi potessi muovere li avrei già riempiti di botte.  Non hanno rispetto per quelli che fanno loro ombra tutto il giorno.
Ho proprio voglia di fare due chiacchiere. Dove sarà il mio caro amico dell’anno scorso? Non riesco a vederlo, chissà dove si sarà cacciato. Forse quest’anno lui e la sua famiglia hanno deciso di andare da qualche altra parte, ma no!! Non è possibile!! Me l’avrebbe detto!! Non so come, ma l’avrebbe fatto. Ormai sulla spiaggia non c’è quasi più nessuno e la famiglia mi sta richiudendo per tornare a casa., speriamo di incontrarlo domani.
Ah, eccoti, quanto tempo. Come l’hai passato quest’anno l’inverno? Come al solito… noioso, e tu? Anche il mio noioso. Che novità! Scoppiamo a ridere. Però, ti trovo bene. Scusa per ieri, ma la bambina più piccola si è sentita male e così non siamo venuti. Ecco svelato il mistero. Tranquillo è tutto passato. Un giorno più o un giorno meno non fanno differenza!! Abbiamo un sacco di cose da dirci e di certo non basterà un solo giorno per ascoltare uno i racconti dell’altro.
Complice l’ottima compagnia anche quest’anno il tempo è volato. È già il primo settembre e partiamo per tornare a casa. Il viaggio sembra più lungo del solito forse perché non ho voglia di andare sapendo quello che mi aspetta per almeno dieci mesi. Ed eccoci arrivati. Come ogni anno, appena arriviamo, non mi posano neanche, vanno subito in cantina; sembra quasi che non vedano l’ora di liberarsi di me, ma io so che non è così. Come farebbero senza di me l’estate al caldo, al sole, si farebbero venire solo delle scottature. Ora devo solo aspettare che passi il tempo. L’estate arriverà di nuovo ed io sarò nuovamente libero!!!!
 Bagnasco Simona e Boero Giacomo